Alba Fucens

( alunni I E )

La più nota città antica d’Abruzzo sorge su un colle che domina la grande distesa del Fucino e si affaccia sul massiccio del Velino; ci troviamo nella zona di Avezzano.

Importante centro dei Marsi edificato a cavallo tra il IV e il III secolo, la città che i romani chiamarono poi Alba Fucens si trova a quasi 1000 metri di altitudine.

Alba Fucens ebbe un ruolo decisivo nelle guerre sociali ( 91-88 a.c.) poichè era attraversata dalla via Valeria che collegava Roma con la costa adriatica. Fu importante anche nel Medioevo, come testimonia la bella chiesa romanica di S. Pietro. Nel 1268 ,in questi luoghi si combattè la battaglia di Tagliacozzo con la quale gli Angioini sconfissero Corradino di Svevia, nipote di Federico II, e definitivamente gli Svevi.

All’ombra del monte Velino ( 2500 m.), dunque, si distendono i resti, a 1000 m. di quota, dell’antica Alba Fucens, che si affaccia sulla grande piana del Fucino ( un lago prosciugato nel 1875). La storia dell’insediamento inizia nel 303 a.C. quando i Romani, sterminati gli Equi, fondarono una colonia di seimila abitanti; conserva i resti delle antiche strade, del Foro, dell’Anfiteatro, delle porte Massima, Fullonica e di Massa, delle poderose mura che sfiorano i 3 chilometri di sviluppo . Nelle mura poligonali ( già esistenti prima dell’arrivo dei coloni) vi erano quattro porte dette scee, e altre secondarie.

Il nome Alba significa altura, sulla quale effettivamente si adagia il sito, mentre Fucens si riferisce al nome del lago Fucino. Questa colonia, crocevia ( luogo importante in quanto incrocio di più vie) dell’Italia centrale per i traffici romani lungo la via Valeria, ebbe una fase edilizia più antica coincidente con la fondazione ed una seconda databile tra il II e il I secolo a.C.

L’impianto urbanistico è regolare ed è composto di strade che intersecandosi formano una sorta di scacchiera.

La via principale percorre l’intero asse centrale della città.

Tra le altre strade, caratteristica è la via dei Pilastri, parallela alla Via Valeria,

 così denominata per la presenza di pilastri in pietra, tre dei quali sono stati rialzati, che formavano il porticato di alcune botteghe ( tabernae) che s’affacciavano sull’omonima via: nella seconda bottega si può ancora riconoscere un Thermopolium (vendita di bevande) con relativa vasca.

Nel settore pubblico, insieme al comizio, alla basilica, alle terme e al santuario di Ercole, vi è anche il macellum (mercato delle carni), con varie botteghe ed ai margini, tra la Via Valeria e la Via dei Pilastri, il foro (fine IV secolo a.C.) di foggia rettangolare e circondato da edifici, probabilmente tempietti.

A Nord della città v’era il comizio (III secolo a.C.): un edificio circolare inscritto in un quadrato riservato alle assemblee cittadine.

Sul lato opposto c’era un portico con un triplice colonnato tardo repubblicano.

A Sud del portico era posta la basilica ( tribunali e attività commerciali), di epoca sillana ( I sec. a.c.), che, suddivisa in navate, aveva tre ingressi sul lato principale. All’interno dell’edificio sacro si possono ammirare i pavimenti e le pitture parietali (II secolo a.C.).

Visibile è anche la pianta delle tabernae (botteghe) aperte sulla via principale.

Più a Sud troviamo le terme (I-II secolo d.C.), documentate da iscrizioni che attestano vari interventi edilizi.

Un’area porticata di 83 metri per 36 ospita il santuario di Ercole (I secolo a.C.). Due colonne immettono in uno spazio che custodiva un altare con la statua di Ercole a banchetto (epitrapezios).

Il luogo era usato probabilmente anche come mercato degli ovini=pecore (forum pecuarium ),circondato da un portico colonnato e con resti del sacello, luogo recintato con altare dedicato alla divinità.

Il pavimento è costituito da un mosaico con tessere bianche e nere.

A Est del santuario sorgeva il teatro (I secolo a.C.): la cui cavea semicircolare, era ricavata dalle pendici del colle sovrastante.

Attorno al I secolo a.C. viene costruito anche l’acquedotto.

A Sud troviamo l’anfiteatro (periodo giulio-claudio, I sec. d.c.) che, scavato nella roccia ed adiacente alle mura meridionali della città, misurava 96 metri per 79 ed ospitava le esibizioni dei gladiatori, documentate da molte iscrizioni: oggi si riconoscono ancora i parapetti a protezione delle belve lungo il perimetro dell’arena.

Dello stesso periodo sono i templi ed anche le terme che presentano un bel mosaico d’ingresso, visibili sono anche gli ambienti del Tepidarium, Calidarium e Frigidarium che conservano la canalizzazione delle acque che, insieme a quelle reflue ( di scolo), erano di servizio anche alla Lavanderia ( fullonica).Restano inoltre vestigia di un tempio tuscanico (colonne non scanalate e capitello simile al dorico) incorporato nella romanica chiesa di San Pietro del XII secolo

 edificata sui resti del tempio di Apollo del III a.C.

Nuovi scavi hanno portato alla luce alcune abitazioni signorili ( domus), una delle quali conserva un affresco raffigurante un felino.

Nota per la sua fedeltà a Roma, durante la guerra annibalica e quella sociale, fu luogo di confino pubblico e prigione di Stato. Tra gli altri, furono qui relegati Siface re di Numidia –Algeria/Tunisia- (207 a.C.) e Perseo re di Macedonia (171 a.C.).

Sul colle adiacente agli scavi, come già detto, è ubicata ( si trova) la chiesetta romanica di S. Pietro, impiantata su un tempio del III secolo a.C.

Molto materiale di risulta dei ruderi è stato usato per la chiesa di S. Pietro, quasi sicuramente costruita nell’alto Medioevo utilizzando i resti di un tempio del III sec. a.C., dedicato ad Apollo, di cui sono perfettamente rintracciabili le tracce nella cripta.Terremoti ed incendi la rovinarono più di una volta, ma dopo il Mille venne conquistando l’aspetto attuale per merito  dei maestri cosmateschi( i Cosmati erano famiglie di architetti scultori e decoratori del XII e XIII sec. d.c.) fatti venire dall’abate Odorisio. Edificio dalla struttura armoniosa, che rappresenta al meglio l’austerità solenne e tutta interiore del Cristianesimo nel Medioevo, quest’opera romana di stile tuscanico ha impiantata la torre campanaria, che risalta quadrata, direttamente al di sopra della facciata, su due pilastri e due colonne in pietra antica; l’abside, del XIII sec., è affrescata in uno stile commisto di gusto lombardo ed abruzzese.

Nell’interno l’altare, il cero pasquale, l’iconostasi e, soprattutto, il bellissimo ambone (costruito in marmo e tutto ornato da dischi e lastre di porfido e serpentino) sono gli unici motivi di un disegno altrimenti nudo e purissimo per eleganza e forza di linee.

Questa chiesa fu molto danneggiata dal rovinoso terremoto del 1915, ma nel 1956 è stato condotto un restauro intelligente e ben pensato che ha mirato a restituirla con rigore alla sua struttura romanica, facendone una delle cose più pure, architettonicamente parlando, che esistano in Italia.

NOTE

IL FORO ERA UNA PIAZZA GRANDE DOVE C'ERANO I PRINCIPALI EDIFICI RELIGIOSI E PUBBLICI.I ROMANI VI ANDAVANO PER PARTECIPARE ALLE RIUNIONI, PER DISCUTERE, PASSEGGIARE E TRASCORRERE CON GLI AMICI IL LORO TEMPO LIBERO.
LE TERME ERANO DEGLI EDIFICI PUBBLICI CON STANZE ATTREZZATE PER BAGNI CALDI, TIEPIDI E FREDDI E DOVE C'ERANO ANCHE PALESTRE, GIARDINI E SALE DI LETTURA.


IL TEATRO ROMANO AVEVA UNA FORMA CIRCOLARE, IN UNA META' STAVANO GLI SPETTATORI E NELL'ALTRA META' C'ERA IL PALCO DOVE SI FACEVA LO SPETTACOLO.


L'ANFITEATRO ERA FORMATO DA UN GRANDE SPAZIO ELLITTICO (ARENA) CIRCONDATO DALLE GRADINATE SU CUI SI SEDEVANO GLI SPETTATORI, I ROMANI VI ANDAVANO SOPRATTUTTO PER ASSISTERE ALLA LOTTA DEI GLADIATORI.NEL PERIODO DELLA PERSECUZIONE DEI CRISTIANI INVECE I CRISTIANI DOVEVANO LOTTARE CONTRO I LEONI CHE LI VOLEVANO SBRANARE.


IL TEMPIO ROMANO DEDICATO AL CULTO DEGLI DEI, ERA SPESSO A PIANTA RETTANGOLARE COME QUELLO GRECO, SONO FREQUENTI PERO' TEMPLI A PIANTA CIRCOLARE COME IL PANTHEON CHE SI TROVA A ROMA


LE CASE DEI ROMANI ERANO DI DUE TIPI: INSULA e DOMUS LA MAGGIOR PARTE DELLA POPOLAZIONE ROMANA ABITAVA IN APPARTAMENTI DI DUE O TRE STANZE SITUATI IN GRANDI PALAZZI ALTI FINO A SETTE PIANI IL PIANO TERRA DELLE ISOLE ERA DI SOLITO OCCUPATO DAI NEGOZI.NELLE SOFFITTE, VICINO AL TETTO..


LA DOMUS ERA AD UN SOLO PIANO, VI SI ENTRAVA ATTRAVERSO UN CORRIDOIO (VESTIBOLO) CHE PORTAVA AD UNA GRANDE STANZA (ATRIO) ILLUMINATA E ARIEGGIATA DA UN'APERTURA DEL SOFFITTO (COMPLUVIO).
SOTTO QUESTA APERTURA, DI FORMA RETTANGOLARE C'ERA UNA VASCA (IMPLUVIO) IN CUI SI RACCOGLIEVA L'ACQUA PIOVANA CHE SCIVOLAVA GIU' DAL TETTO.TUTTO INTORNO ALL'ATRIO C'ERANO LE STANZE DA LETTO E LA SALA DA PRANZO.DALL'ATRIO, ATTRAVERSO UN CORRIDOIO, SI PASSAVA AD UN CORTILE INTERNO (PERISTILIO) CIRCONDATO DA COLONNE CHE AVEVA AL CENTRO UN GIARDINO.

indietro