Relazione libro: Tobia e L’angelo di Susanna Tamaro

 

 

Susanna Tamaro nasce a Trieste nel 1957, la prima vocazione letteraria si ha con i Racconti di “Per voce sola” nel (1991).

Nel 1992 scrive un libro per ragazzi “Cuore di Ciccia” ; nel 1994 finalmente scrive “Và dove ti porta il cuore” divenuto nel tempo con due milioni e mezzo di copie vendute, il libro italiano di maggior successo del secolo.

Nel 1997 scrive “Anima Mundi”, “Cara Mathilda”  poi nel 1999 “Verso Casa”,nel 2001  “Rispondimi”infine nel 2002 “Più fuoco più vento”.

Attualmente Susanna Tamaro vive nella campagna di Orvieto circondata dai suoi amatissimi animali.

 

SPAZIO TEMPO

 

Nella storia non è presente lo spazio ma possiamo ambientarla in un arco temporale moderno

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Trama

 

C’era una volta una bambina di nome Martina che viveva in una grande casa con i suoi genitori, Martina però riteneva di non essere una bambina fortunata perché pensava che i suoi genitori non le volessero bene.

La sola cosa che la rassicurava era la presenza di suo nonno che le voleva molto bene.

Martina con il nonno chiacchierava molto, il nonno le raccontava tante storie interessanti, le diceva che ogni cosa intorno a lei aveva  una voce e un anima. Per Martina il nonno era un secondo papà anche perché il vero era sempre a lavoro.

Il nonno aiutava Martina a fare i compiti però un giorno all’improvviso  non andò più a casa di Martina e lei cominciò a pensare che anche il nonno non le volesse più bene.

Martina per questo era molto triste e sconsolata.

Un giorno mentre pensava al nonno vide i suoi genitori litigare duramente e il papà disse che sarebbe andato via e la mamma fece altrettanto lasciando sola Martina.

Rimasta sola cominciò a parlare con il suo amico ippocastano, l’albero che vedeva dalla sua finestra ,lui era diventato il suo unico amico e confidente.

In quel momento di solitudine l’amico ippocastano le fece capire che aveva una gran fortuna ad avere le gambe perché poteva scappare via verso il suo destino.

Martina allora senza esitare prese il suo zainetto e abbracciandolo forte scappò via.

Dopo un po’ che camminava senza una meta fissa scese la notte e lei si trovò a dormire dentro un cassonetto dell’immondizia.

Al mattino quando si svegliò si trovò davanti un nasone gigantesco, era il naso di una vecchietta che la prese con se e la portò nella sua casa; questa  però era una casa fatta di rifiuti con le porte in polistirolo, le finestre di plastica e le scatole fatte di bottiglie.

Martina all’inizio si trovò bene anche perché aveva fatto amicizia con un coniglietto di nome Athos

Divennero subito grandi amici tanto da decidere di scappare insieme perché dentro quella casa si sentivano anche loro dei rifiuti; nel frattempo che parlavano  Martina ed Athos  sentirono delle sirene di alcune macchine della polizia avvicinarsi e subito dopo videro scendere dei poliziotti e un assistente sociale, i poliziotti presero la vecchina e l’assistente sociale cominciò a correre dietro Martina che scappò insieme ad Athos.

Nella corsa i due si persero e Martina trovò rifugio tra una macchina per fare biglietti e una macchina per videogiochi, cominciò a piangere per la paura e la solitudine e pensò a quanto fosse bello avere un amico in quel momento.

Ad un certo punto le comparve davanti una figura vestita in maniera stravagante lei gli chiese chi fosse e lui le disse che era il suo angelo custode che era venuto ad aiutarla e a spiegarle che non sarebbe mai più stata sola e che l’amore vince sempre su tutto.

Martina contenta di aver parlato con il suo angelo custode si rincuora e riesce a tornare a casa dove trova il nonno ad aspettarla.

Il nonno le spiega che non era potuto andare da lei perché aveva avuto un brutto incidente e le spiegò che i suoi genitori erano molto preoccupati e che la stavano aspettando ansiosamente.

Martina corse subito da loro e insieme tornarono a casa dove salutò il suo vecchio amico ippocastano e trovò ad aspettarla il suo coniglietto Athos che rimase per sempre con lei.

 

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