Cuore di ciccia

Susanna Tamaro (Trieste, 12 dicembre 1957) è una scrittrice italiana.

Era un pomeriggio di pioggia di primavera. Michele aveva ormai finito i compiti da circa dieci minuti e si stava annoiando molto:mancava ancora un’ ora al ritorno della madre e non sapeva cosa fare. Subito una voce si risvegliò nella sua testa:lo incitava a mangiare ma lui resistette fino a quando alla voce si aggiunse il brusio della sua pancia. Michele non riuscì più a resistere: si alzò e s’indirizzò verso la cucina. Eccolo lì,il suo migliore (e unico)amico:Frig,il frigorifero. Michele lo guardava ammirato così allungò la mano,afferrò la maniglia e aprì la porta;uno spettacolo meraviglioso si mostrava davanti a sé. Michele guardò l’ orologio: mancava mezz’ora al ritorno della mamma. Cominciò con le lasagne,proseguì con il mascarpone…in mezz’ora divorò tutto ciò che c’era nel frigorifero, poi stanco e sazio si addormentò. Michele era un bambino simpatico, aveva otto anni e viveva con la mamma. La mamma di Michele era una signora molto bella, aveva una linea invidiabile e curava molto il suo aspetto forse perché, secondo Michele, qualche anno prima aveva aperto un negozio di costumi da bagno. Date queste premesse, la mamma si meravigliò molto quando una domenica a Michele esplosero i bottoni della camicia scoprendo una grossa pancia. Da quel giorno in poi Michele e la mamma uscivano in giardino a fare ginnastica . Michele però non dimagriva, anzi, più faceva ginnastica più aveva fame, più aveva fame più mangiava, più mangiava più ingrassava….e la mamma si arrabbiava. Tutte le estati Michele andava dalla nonna che lo adorava e lui la ricambiava con molto affetto. Tutte le sere la nonna, prima di andare a dormire, gli dava una bella fetta di torta e gli raccontava delle splendide storie che vedevano come protagonisti i draghi, i fantasmi, gli eroi. Anche Frig, come la nonna, raccontava delle bellissime storie. L’estate finì e Michele fu costretto a salutare la nonna e a ritornare a casa dalla mamma. Quando lo vide, la mamma si congratulò con lui per la perfetta forma e per non essere ingrassato neanche un chilo; dopo ciò, Michele, corse ad abbracciare Frig raccontandogli le storie che la nonna gli aveva narrato. Ad un tratto Michele chiese a Frig se i personaggi fantastici, protagonisti dei racconti della nonna, esistevano veramente rimanendo molto sorpreso quando alla risposta affermativa di Frig si affiancò un’altra verità: anche lui era eroe dal nome un po’ buffo chiamato Cuore di Ciccia.

Le giornate passavano cadenzate dagli stessi ritmi quotidiani e con la mattina impegnata a fare ginnastica con Michele mentre tutte le notti il ragazzo si ingozzava. Preoccupati per il peso che non accennava a scendere, i genitori di Michele portarono il ragazzo in un istituto per dimagrire dove si faceva molta ginnastica e non si mangiava. Capite bene come il ragazzo dopo pochi giorni tentò la fuga con successo allontanandosi dall’istituto. Durante la fuga, Michele,incontrò un furetto chiamato Fur Furetto, soprannominato Fur Far che lo condusse da uno scienziato mezzo pazzo di nome Mr. Kakkolen che stava lavorando ad un progetto super segreto. Mr. Kakkolen era un tipo estroso che aveva una caratteristica fuori dal comune: parlava con gli elettrodomestici tra cui Frig. Un giorno Michele seguì Mr Kakkolen fino al suo laboratorio. Entrò, si sedette e all’improvviso vide spuntare due ali nere. Si era trasformato in pipistrello! Uscì un po’ contrariato dal laboratorio e iniziò a svolazzare per la città fino a sorvolare la propria abitazione. Entrò e si diresse verso la stanza della mamma. In quella stanza notò subito qualcosa di strano. La mamma era notevolmente ingrassata mentre sul letto e sul pavimento giacevano tante buste di caramelle. Non era la sola cosa strana che vide. Sulla testa della mamma c’era un televisore, ma la cosa buffa è che anche i vicini avevano lo stesso elettrodomestico. Michele allora tornò da Mr Kakkolen riferendo cosa aveva visto e chiedendo spiegazioni dello strano fenomeno. Mr Kakkolen allora disse che nel profondo del mare c’era un mostro chiamato Orconte, che soffriva d’insonnia e che perciò rubava i sogni alle persone per guardarli di notte. L’unico modo per ristabilire la normalità era quello di ucciderlo facendolo addormentare.

Mr kakkolen, Fur Fur e Michele partirono alla volta del mare. Giunti a destinazione Michele si tuffò negli abissi ma dopo qualche minuto venne fatto prigioniero dal mostro Orconte che già pregustava di mangiarlo per la cena. Ma prima che ciò avvenisse, Michele chiese al mostro il permesso di potergli raccontare una storia che si rivelò talmente tanto noiosa da addormentarlo. Appena Orconte si addormentò, si sentì un boato, e subito il mostro si trasformò in una bolla al cui interno prese posto il ragazzo. La bolla sorvolò la città fino a rompersi proprio sul prato di casa, mentre la mamma faceva ginnastica. Quando lo vide la mamma lo abbracciò e Michele si rese subito conto di essere tornato un bambino e per di più magro.

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