IL PETROLIO

 Il petrolio è noto fin dall'antichità. Gli uomini della Mesopotamia conoscevano un luogo in cui esso affiorava alla superficie e vi immergevano dei rami secchi per farne torce. I greci ne impregnavano invece la punta di frecce che scagliavano poi,accese, contro i nemici. Antichi medici ne sostenevano le propietà curative.E Marco Polo, passando tra il Mar Nero e il Mar Caspio, vide una "fontana" da cui usciva un olio "non buono da mangiare,ma si da ardere". Ma le grandi fortune del petrolio risalgono al secolo scorso. Dapprima se ne ricavò il cherosene, usato come combustibile per l'illuminazione. Poi,con la diffusione dei motori a scoppio e dei motori Diesel, il petrolio diventò una delle principali fonti di energia. Nel 1970, la parte del petrolio e del metano (un idrocarburo gassoso che tiene spesso compagnia al petrolio nei suoi giacimenti, ma che a volte si trova anche da solo)superava il 60% del consumo totale di energia nel mondo (oggi è di poco inferiore).Si tenga presente che in questa percentuale è compresa anche buona parte dell'energia elettrica.Quest'ultima,infatti, solo in parte è prodotta dalla caduta dell'acqua nelle centrali idroelettriche. Molta energia elettrica è invece termoelettrical,prodotta utilizzando un combustibile,come il carbone o il petrolio appunto. Ma il petrolio non fornisce solo una fonte d'energia(per far andare le automobili e le industrie,riscaldare le case e gli uffici,produrre l'energia elettrica). Esso fornisce anche la materia prima per l'industria chimica,che lo trasforma a sua volta in molti importanti prodotti:coloranti,fertilizzanti,gomma sintetici,fibre tessili, medicinali, detersivi, insetticidi. Si capisce così come questa materia, giustamente chiamata "oro nero", abbia potuto provocare,nella storia del novecento,guerre e colpi di stato. BREVE STORIA DEL PETROLIO Il primo pozzo in profondità fu scavato negli Stati Uniti nel 1859. La corsa ai pozzi di petrolio provocò il rapido ammassarsi di ingenti fortune, il cui maggiore beneficiario fu un industriale intraprendente , John D.Rockefeller..I grandi interessi legati al petrolio si organizzarono assai presto in colossali compagnie multinazionali, con bilanci superiori a quelli di molti stati del mondo. Nel Medio Oriente, la storia del petrolio comincia negli ultimi decenni dell’Ottocento, con le contese tra tedeschi, russi e inglesi per ottenere concessioni per la ricerca di petrolio dai governi dell’impero Ottomano e della Persia: regioni nelle quali si conosceva già l’esistenza del prezioso liquido.Nei primi anni del nostro secolo, gli inglesi ottennero di poter sfruttare il petrolio persiano.I Tedeschi erano attivi nei territori dell’impero ottomano ma, dopo la loro sconfitta nella prima guerra mondiale, vennero eliminati dal gioco. Inglesi e francesi si accordarono per sfruttare insieme il petrolio iracheno e per tenere lontani i loro concorrenti americani. Ma le società americane erano molto potenti: attorno al ’30 esse riuscirono a entrare nel consorzio che sfruttava il petrolio iracheno, e dopo alcuni anni a precedere tutti gli altri nello sfruttamento di quello dell’Arabia Saudita, del Kuwait, di Bahrein. Per molti anni le grandi compagnie petrolifere hanno fatto il bello e il cattivo tempo nel Medio Oriente.Avevano messo la mani sulle più ricche riserve conosciute di petrolio di tutto il mondo, e si occupavano di estrarlo, trasportarlo attraverso gli oleodotti o nelle petroliere (alcune compagnie possiedono grandi flotte di petroliere), raffinarlo,venderlo. Poiché erano poche, era facile per loro mettersi d’accordo per evitare di farsi concorrenza, stabilendo insieme un prezzo del petrolio che fosse abbastanza alto da fornire loro profitti elevati e sicuri.

Quanto ai paesi proprietari della materia prima (per esempio, l’Iran, l’Iraq, l’Arabia Saudita), i loro governi si limitavano a ricevere dalle grandi compagnie una piccola percentuale dei profitti ottenuti con il loro petrolio:nel 1933 una compagnia americana che sfruttava il petrolio arabo versava al sovrano dell’Arabia Saudita un dollaro per ogni tonnellata di petrolio. In molti casi,questa percentuale serviva ad arricchire le famiglie di sovrani o sceicchi che governavano ancora secondo sistemi feudali, mentre il grosso della popolazione dei loro paesi non veniva neppure toccato dalla nuova ricchezza.Questa situazione cominciò a cambiare dopo la seconda guerra mondiale. Innanzitutto, nuovi possibili clienti si presentarono ai capi di governo dei paesi meridionali:società petrolifere più piccole offrivano condizioni più vantaggiose, minacciando così il monopolio delle multinazionali. Poco per volta, però, i governi arabi cominciarono un po’ tutti a stancarsi di ricevere solo le briciole di un prodotto che, dopo tutto, apparteneva a loro. Alcuni di essi capirono che, se i guadagni ottenuti con il petrolio ne avessero offerti loro i mezzi, avrebbero potuto modernizzare i loro paesi, combattere la miseria e l’arretratezza ed eliminare quindi almeno alcune delle cause dello scontento sociale dei loro popoli. Nel 1960, a Baghdad, cinque paesi produttori (Arabia Saudita,Venezuela,Kuwait,Iran,Iraq) dettero vita all’OPEP, Organizzazione dei paesi produttori di petrolio, allo scopo di aumentare, unendo le forze, la propria capacità contrattuale. Oggi fanno parte dell’OPEP dodici paesi:oltre ai cinque fonditori, Nigeria,Gabon,Libia,Algeria,Emirati Arabi Uniti,Qatar,Indonesia (l’Ecuador ne è uscito nel 1992). Molti altri paesi estraggono petrolio-anche in grandi quantità-, ma non fanno parte dell’OPEP. Nel 1970 l’Algeria nazionalizzò la propria industria petrolifera. Negli anni successivi, Iraq e Libia ne seguirono l’esempio. In altri paesi (Arabia Saudita, Emirati del golfo Persico) prevalse una tendenza più moderata: entrare poco per volta, investendovi propri capitali, nelle compagnie che estraggono e commercializzano il petrolio, fino a conquistarvi la maggioranza, o la totalità delle azioni. Questa seconda via, più graduale, è stata scelta di preferenza dai paesi arabi moderati, come Arabia Saudita, Emirati e Kuwait. Erano poste, comunque, le premesse per quelli che si sarebbero chiamati gli "shock petroliferi" del 1973, del 1979-81 e del 1990.

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