Appunti sul Decadentismo

 

Il Decadentismo, che ebbe origine in Francia e si sviluppò in Europa tra gli anni Ottanta dell'Ottocento e i primi del Novecento, fu un momento di forte riflessione intorno alle ragioni della cultura, dell’arte e della poesia. Nel momento in cui la tecnica e la società tecnologica evidenziavano nell’intellettuale una crisi di ruolo, una inefficienza, una incapacità materiale e storica di svolgere la funzione tradizionale di guida anche morale della società contemporanea, si tendeva a percepire la dimensione della  crisi; l’uomo ne diveniva  partecipe e cosciente : il disagio, il malessere, il sentimento di una incomprensione profonda da parte della società, il senso della inettitudine  divennero tutte tematiche diffuse nella letteratura del Decadentismo.

Decadentismo deriva dal termine “decadente”, che venne inizialmente usato  con un significato negativo di "decadenza", avvertita come la crisi di una civiltà, e come decadenti furono indicati quegli intellettuali ( artisti poeti e scrittori ) che manifestavano un rifiuto degli orientamenti e dei valori della borghesia, in quel momento classe egemone, dominante  e garante dello statu quo in una società mediocre e conformista . In tale contesto l’atteggiamento tipico dei decadenti che emerge  è quello del ribelle che contesta le convenzioni sociali e culturali alla ricerca di nuove dimensioni della realtà.Furono gli stessi artisti e poeti ribelli alla tradizione ad appropriarsi polemicamente del termine per affermare e propagandare la loro diversità totale rispetto al “gregge dell’uomo comune”.

Il Decadentismo traeva dunque origine dal diffondersi di nuovi orientamenti di pensiero che criticavano il razionalismo e , quindi, anche e soprattutto il Positivismo ( il sapere "positivo"è quello rivolto alla realtà effettiva ) , un indirizzo filosofico che, sostenendo come unica forma legittima di conoscenza della realtà  la conoscenza scientifica e sperimentale, nutriva  la massima fiducia nel progresso dell'umanità e guardava con ottimismo ai grandi mutamenti in atto nella società contemporanea. .

. L'arte decadente nasceva anche dalla mancata integrazione dell'artista e dell’intellettuale nella società industrializzata e di massa, vista sempre, con disprezzo aristocratico, come una realtà avvilente e banale, nella quale la personalità d'eccezione rischiava di rimanere mortificata, se non ricorreva alla creatività artistica ed esistenziale. Sul piano politico prevalsero posizioni estremistiche, soprattutto conservatrici o apertamente reazionarie, con ideologie irrazionalistiche e imperialistiche, insieme a posizioni di critica e rifiuto di quei valori , come il liberalismo, la democrazia, il socialismo, che avevano caratterizzato l’Ottocento.

Nella sensibilità decadente  troviamo, come si è intuito, il rifiuto dell'esistenza borghese, conformista e  “normale” , con la conseguente valorizzazione di tutto ciò che si sottrae ad essa , un atteggiamento che spiega la vocazione al completo disimpegno e all’isolamento assoluto. Di qui deriva una serie di fenomeni come l'estetismo, assai diffuso, che privilegia i valori estetici, cioè  della bellezza, della ricercatezza, della raffinatezza, dell'esotismo, in quanto unico mezzo di distinzione dalle masse e di ricostituzione di una identità perduta. All’estetismo si aggiunge il dandismo, che in Inghilterra e in Francia stava ad indicare la snobistica ed eccentrica eleganza di quegli individui che, in una  società sempre più di massa, cercavano in ogni modo di distinguersi, fino allo scandalo, attraverso la cura maniacale dell'abbigliamento, dei gusti e dei comportamenti. Tipici esempi di tali atteggiamenti  li possiamo individuare sia negli autori che  nei protagonisti di molti romanzi di quel periodo come nel Dorian Gray di Oscar Wilde e nell’Andrea Sperelli del Piacere di  Gabriele D'Annunzio. Un altro fenomeno dello spirito decadente è l’esotismo, che consiste nel gusto per tutto ciò che è lontano, diverso, straniero, esotico e che si contrappone all'usuale, al nazionale, al tradizionale, configurandosi, quindi,  come ricerca del bizzarro, dello stravagante, per rifugiarsi nella pretesa purezza e forza incontaminata dei popoli primitivi o nella raffinatezza delle epoche di decadenza e delle atmosfere lontane e misteriose. Un aspetto  particolare dell'estetismo decadente è anche il superomismo, tipico dell'ideologia dannunziana, che consiste nella esaltazione dell'individuo d'eccezione (il superuomo) che, in quanto tale, non può essere soggetto ad alcun vincolo morale ma realizza se stesso e la propria volontà nella più totale libertà.

Con il Decadentismo, visto che solo l’esperienza personale e solitaria dell’artista riesce a penetrare nelle pieghe dell’inconscio attraverso una serie di intuizioni, di “illuminazioni”, che non hanno nulla di logico e di razionale, si rinnova anche il linguaggio della prosa e della poesia : nella prosa si adottano procedimenti, come il monologo interiore e il tempo della memoria, adatti a trascrivere con immediatezza il mondo interiore dell’artista, una realtà diversa da quella oggettiva; nella poesia si va al di là dei tradizionali schemi sintattici e metrici facendo ricorso a soluzioni stilistiche che fanno leva sul valore evocativo, quasi magico, della parola e sulla sua suggestione fonica, sugli accostamenti analogici ( si individuano rapporti impensati tra le cose più diverse e lontane = “ un pigolìo di stelle), sull’associazione di immagini ( anche le cose minime possono essere dei simboli che aiutano l’uomo nella sua ricerca)   e sulle sfumature musicali.

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