Il Futurismo

E’ un movimento che si afferma nei primi anni del Novecento e si manifesta in ogni campo (letteratura, politica, arte).

Il futurismo italiano con l’esaltazione della macchina, della tecnica, della grande industria, della velocità e dell’aggressività vuole interpretare la tendenza al nuovo, al progresso meccanico, alla modernità della civiltà industriale. Così facendo, pur definendosi antiborghese, non fa altro che aderire ed esaltare i "valori" del capitalismo con aspirazioni imperialistiche.

Il movimento fu fondato da Tommaso Marinetti (1876-1944) con un manifesto apparso sul "Figaro" di Parigi, il 20 Febbraio 1909, e si fondava su valori naturalistici e simbolisti, e su pensatori come Bergson .

Martinetti, che rifiutava l’arte con la A maiuscola, poiché voleva creare un’arte adatta alla nuova società, nel 1905 dirigeva la rivista "Poesia" e sosteneva il " verso libero"; nel 1909, come già detto, pubblicò il primo manifesto sul giornale francese "Figaro", affermando la necessità di abolire i musei, le accademie e le biblioteche, in quanto istituzioni che intendono salvaguardare i valori del passato. L’arte, infatti, doveva ormai partire dal presente, dalla realtà industriale, dalla vita della grande città moderna, doveva interpretare e celebrare la bellezza della velocità e della macchina (treno, piroscafo, automobile). La celebrazione del movimento, dell’azione, del gesto violento portava ad esaltare il militarismo, la guerra , la virilità e a disprezzare la donna e il femminismo.

La prima fase del futurismo va dal 1909 al 1912; è ancora molto forte la componente simbolista e il verso libero. Nel 1909 Buzzi, Cavacchioli, Folgore firmano il manifesto "Uccidiamo il chiaro di luna", contro la poesia tradizionale, romantica e decadente. Contemporaneamente il movimento si diffonde negli altri campi dell’arte . Il movimento, inoltre, si fa propaganda con le Serate futuriste, in cui gli artisti recitano le loro poesie e "provocano" il pubblico.

Una seconda fase va dal 1912 al 1915 : si sottolinea il rivoluzionamento delle tecniche espressive e l’affermazione di un nuovo uomo, completamente meccanizzato. Il rivoluzionamento delle forme espressive è radicale: si va dal verso pienamente libero alle "parole in libertà", e si propone la distruzione della sintassi, l’abolizione della punteggiatura e dell’aggettivo qualificativo, l’uso dei verbi all’infinito, dell’onomatopea e della libera configurazione grafica.

Si sostiene, poi, un "lirismo multilineare" per " rendere la simultaneità di fenomeni diversi e di penetrare nel mistero delle forze cosmiche e dell’essenza della materia, facendone sentire la vibrazione universale".

La macchina è concepita come uno strumento per far rivivere la natura, e il corpo stesso è una macchina naturale : mondo industriale e mondo naturale non sono più contrapposti, ma sono espressioni della stessa energia originaria.

La terza fase del futurismo va dal 1915 al 1920. I futuristi sono interventisti e vedono nella guerra e nel conflitto un modo positivo di scatenare le energie primordiali, di selezionare i popoli e le nazioni più forti. La maggior parte dei Futuristi aderirono al fascismo.

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