Il Neorealismo
( appunti )
Il Neorealismo intendeva rappresentare la realtà contemporanea della guerra e del dopoguerra, per dare una testimonianza di un'epoca che aveva segnato tragicamente la vita di tutti. L’esigenza di rappresentare direttamente storie di vita vissuta spinse a preferire la prosa alla poesia e a servirsi di un linguaggio chiaro accessibile e di immediata comunicazione, rifiutando quindi la pagina ben scritta, come era di moda prima della guerra.
La letteratura doveva dunque essere una letteratura "impegnata": non opere di svago e di evasione , ma testi che aiutassero a prendere coscienza della realtà contemporanea, per la costruzione di un'Italia nuova, più giusta e democratica.
La realtà italiana viene così raccontata con un linguaggio realistico,semplice ed essenziale, anche perché occorreva descrivere le reali condizioni di vita e di lavoro degli operai e dei contadini , evitando qualsiasi rappresentazione idealizzata ( priva di aspetti negativi o veri ) delle classi sociali.
Gli autori guardavano all'esperienza letteraria del verismo e in particolare all'opera di Giovanni Verga.
La parola neorealismo apparve per la prima volta nel 1931 in un articolo di Umberto Barbaro, e a quel periodo risalgono alcuni romanzi che la critica fa rientrare nella prima fase del neorealismo: Gli indifferenti di Alberto Moravia (1929) e Gente in Aspromonte (1930) di Corrado Alvaro . Negli Indifferenti una prosa disadorna evidenzia la grettezza e la mancanza di valori della borghesia italiana nell'epoca del fascismo; in Gente di Aspromonte vengono raccontate le effettive condizioni di vita e di lavoro dei contadini meridionali. Importante per l'affermazione del neorealismo fu la pubblicazione in Italia di un'antologia di scrittori statunitensi ,curata da Vittorini e intitolata Americana (1941). Vennero così letti con successo in Italia scrittori come Melville, Steinbeck, Faulkner, Caldwell, che diventarono modelli molto seguiti.
Nel 1941 vengono pubblicati due romanzi , due punti di riferimento per la
narrativa neorealistica: Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini e
Paesi tuoi di Cesare Pavese. Il primo racconta del viaggio di un
intellettuale dal Nord in Sicilia per far visita alla madre. Il viaggio racconta
di personaggi emblematici, ricchi di una saggezza antica che vuole riscattare il
"mondo offeso" dei poveri. In Paesi tuoi si narra di un uomo di città, un
operaio, che ,a contatto con l'antico mondo di una famiglia contadina, scopre la
profonda diversità e incomunicabilità delle due culture. Le due opere sul piano
tematico e ideologico costituiscono un punto di riferimento per le opere
narrative che, a partire dalla fine della guerra, daranno vita alla vera
stagione del neorealismo.
A guerra terminata vengono pubblicati altri romanzi rappresentativi della
poetica neorealistica : del 1945 è Uomini e no di Vittorini e Cristo
si è fermato a Eboli (1945) di Carlo Levi, del 1947 tre delle principali
opere narrative contemporanee, come le Cronache di poveri amanti di Vasco
Pratolini, Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino e Il
compagno di Pavese. Il neorealismo può dirsi esaurito già intorno alla metà
degli anni Cinquanta. E, infatti, il neorealismo si ritiene chiuso con la
polemica che accompagnò la pubblicazione del romanzo di Pratolini, Metello
(1955), storia della formazione umana e politica di un operaio sullo sfondo
delle lotte sociali in Italia fra 1875 e 1902, da alcuni difeso come opera
esemplare di un nuovo realismo, da altri considerato un romanzo fallito
soprattutto per la rappresentazione idealizzata e sentimentale della classe
operaia.