Le mura di Roma

1) Le Mura "Serviane"

  Stazione Termini : i blocchi di tufo delle mura del IV sec. a.C.

La cinta muraria più antica di Roma è nota col nome di "Serviana", dal nome del sesto re , Servio Tullio, che la fece costruire, intorno alla metà del VI secolo a.C. , utilizzando il "cappellaccio", un tufo a grana fine e friabile, che si trova sotto tutti i colli romani; ma ciò che è ancora visibile nel centro storico di Roma è un rifacimento integrale delle mura arcaiche e risale al IV secolo a.C. , con restauri eseguiti sino al I sec. a.C..Questa seconda cinta muraria, che coincideva sostanzialmente con quella serviana, venne eretta usando in modo massiccio il tufo di Grotta Oscura ( a nord di Prima Porta, sulla via Tiberina), che si presenta giallo, poco compatto e poroso. Pur essendo una qualità di tufo che tende a sbriciolarsi per il contatto prolungato con l’aria, se ne fece uso soprattutto per una motivazione ideologica, in quanto si voleva celebrare la vittoria sulla città etrusca di Veio e lanciare un monito a quelle popolazioni che tentavano di ostacolare le pretese egemoniche di Roma.

piazza Albania : un lungo tratto ben conservato delle Mura

Di questa seconda cinta muraria si sono conservati lunghi tratti ( nei pressi della Stazione Termini, ai piedi dell’Aventino "maggiore", ecc. ) che ci aiutano a capire meglio la tecnica di costruzione in "opera quadrata": i massi di tufo, ben squadrati in forma di parallelepipedi e alti due piedi romani ( 59 cm ), venivano disposti, in file orizzontali, alternativamente per testa e per taglio e a secco, cioè senza l’uso di malta ( calce + sabbia ); in alcuni casi i massi venivano ancorati l’uno all’altro mediante grappe, di piombo o ferro o bronzo, a forma di doppia T o a doppia coda di rondine. L’altezza delle mura era, in linea di massima, di 8-10 metri mentre lo spessore poteva raggiungere i 4 metri. La lunghezza totale delle mura toccava approssimativamente gli 11 chilometri, inglobando una superficie di circa 420 ettari, con 50.000 abitanti.

 

2) Le Mura Aureliane

Con oltre un milione di metri cubi di materiali, le Mura Aureliane furono costruite tra il 270 e il 275 d.c. ; tra il 401 e il 402 l’imperatore Onorio raddoppiò l’altezza delle mura ,creando così un cammino di ronda ( dove camminano i soldati di guardia ) coperto e un camminamento di ronda scoperto tra i merli.

lunghezza larghezza altezza torri Porte
19 km 3,5 m 10-19 m 383 14

La città del passato è simboleggiata dalle mura. Quando nel 410, passando proprio oltre le mura costruite fra il 271 e il 275 dall’imperatore Aureliano, Alarico re dei Visigoti saccheggia Roma, è la fine del mito dell’Impero romano. La storia delle mura di Roma è complessa. Le prime mura sono quelle serviane costruite attorno alla metà del VI secolo a.C. in tufo: saranno ampliate notevolmente dalle mura costruite fra il 390 e il 368 a.C. dopo l’invasione dei Galli ; misurano circa 11 chilometri, sono alte 10 metri e spesse 4. Fra l’età repubblicana e imperiale, Roma si dilata enormemente, conta ormai circa un milione di abitanti e le mura antiche non chiudono più la città lasciando fuori interi quartieri e ville suburbane. Ma ormai, nel III secolo, incombe il pericolo degli Alamanni che invadono il Nord giungendo al Po a Piacenza, così l’imperatore Aureliano decide di costruire una nuova cinta di 19 chilometri realizzata in tempi brevissimi, fra il 271 e il 275 d.C., utilizzando probabilmente le maggiori imprese della città. Così, nella fretta, si inglobano o ci si accosta a monumenti come la Piramide Cestia oppure il Mausoleo di Adriano pensando il sistema come difesa totale verso il monte, il mare e lungo il fiume, bloccato, questo, fra le torri, con grandi catene metalliche. Le mura hanno fondazioni profonde alcuni metri e sono spesse 3,50 metri, quasi come le mura del IV secolo a.C. che erano di 4 metri, ma sono meno alte, 6,50 metri invece di 10. Nelle mura ci sono 383 torri, scaglionate ogni 30 metri. Dietro e davanti alle mura il terreno era lasciato libero per ragioni militari. Nelle mura sono aperte ben 17 porte in funzione delle strade di accesso alla città, alcune con doppi archi e due torri semicircolari come l’Appia, la Flaminia, la Portuense, altre con un solo arco come la Metronia, l’Aurelia, la Salaria, la Nomentana, la Latina. Le porte troppo numerose, l’enorme estensione delle mura non dovevano certo rendere agevole la difesa della città. Già Massenzio a fine III secolo interviene scavando un fossato sotto le mura, però non completato. Nel 401-402 l’imperatore Onorio, temendo l’incursione dei Visigoti, alza porte e torri di un livello; la sopraelevazione comporta un cammino di ronda coperto sotto un camminamento scoperto fra i merli. Le mura dunque non potranno sempre difendere Roma. Alarico nel 410 entra per tradimento da Porta Salaria e saccheggia la città per tre giorni. I Vandali di Genserico entrano nel 455 da Porta Portese e saccheggiano la città per 14 giorni.Segue l’invasione dei Longobardi (568-569) che penetrano progressivamente anche al sud. Le mura ormai circondano una città con poche decine di migliaia di abitanti e non sono difendibili. Nell’846 i saraceni saccheggiano le basiliche di San Pietro e San Paolo fuori le mura e allora Papa Leone IV fa costruire (846-848) le mura leonine per difendere meglio la zona oltre il Tevere. Ancora nel 1084 Roberto il Guiscardo coi suoi normanni espugna la città e nel 1527 c’è il Sacco di Roma.

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