ISTRUZIONE NELL’ANTICA ROMA

di Francesca Romana  C.

L'istruzione dei ricchi è privata: i primi precettori delle grandi famiglie provengono dall'Italia stessa, e parlano latino, greco, osco. Mentre gli eserciti romani portano il latino ovunque, nell'Urbe diventa di moda il greco. Si considerava chic per le ragazze conversare e leggere in greco e . E gli intellettuali greci, la cui superiore cultura era apprezzata a Roma, emigravano volentieri in questa città. Ma sono anche gli schiavi e le schiave greche che insegnano la loro lingua ai bambini delle famiglie patrizie. Col tempo però i romani cercano di favorire anche la scuola pubblica.

Scena scolastica - particolare di un  sarcofago

Con l' istituzione delle scuole pubbliche, venne creato un calendario scolastico che era determinato da quello religioso. L' anno scolastico iniziava a marzo e vi erano delle vacanze nei giorni festivi e ogni nove giorni (nundinae); veniva effettuata una sosta nei mesi più caldi dell'estate. Per quanto riguarda gli orari, le lezioni iniziavano al mattino, con una sosta verso mezzogiorno, e venivano riprese nel pomeriggio . Le classi erano composte di maschi e di femmine, fino all' età di dodici anni; dopo erano essenzialmente formate di soli maschi e di ricca famiglia, mentre le femmine, che verso l' età di quattordici anni erano già considerate in età da marito, potevano continuare gli studi soltanto per mezzo di insegnanti privati.

GLI INSEGNANTI

Maestro che corregge il compito ad una allieva

L' antico costume romano prevedeva che il padre provvedesse all' istruzione dei propri figli. Tale istruzione si limitava al leggere, scrivere e far di conto. Negli ultimi anni della Repubblica e durante l' Impero, i bambini erano affidati ad un pedagogo (litterator) che insegnava a leggere e scrivere; apprese queste abilità, si passava al perfezionamento di ciò che aveva imparato; a questo pensavano: il Librarius, che si occupava di perfezionare il ragazzo nella lettura e nella scrittura; il calculator, che insegnava le varie operazioni aritmetiche, ed il notarius, che insegnava a stenografare.

Giovane con stilus – Ercolano

Alla fine di questi studi il compito di insegnare materie più complesse spettava al grammaticus, il quale insegnava la lingua e la letteratura greca, la storia, la geografia, la fisica , l' astronomia e la letteratura latina; La materia principale era la retorica, in quanto per un romano la cosa principale era di sapersi esprimere con forza e con un linguaggio colto, e per questa serviva un professore di eloquenza (rethor), il quale insegnava la difficile arte del parlare allenando gli allievi ad effettuare monologhi ( suasoriae) oppure dibattiti (controversiae) in cui due scolari sostenevano due tesi opposte.

 

indietro