27 gennaio

 Giornata della Memoria

" Per Walter Benjamin, filosofo tedesco della prima metà del ‘900,

il passato è una storia tragica, di rovine e di sangue,

e la redenzione dell’uomo e della società può arrivare solo dalla memoria.

 Per questo il suo “angelo della storia”, come l’Angelus Novus di Paul Klee,

 ha lo sguardo angosciato verso il passato e,

 mentre una tempesta lo sta trascinando dalla parte opposta,

 verso il futuro, vorrebbe dare alle vittime di quelle macerie

 il senso e la consapevolezza di ciò che è stato."

 

 Per ricordare la Shoah, si è stabilito, con la legge n. 211 del 20/07/2000, che il 27 gennaio è la giornata della Memoria. E’ per questa ragione che nelle scuole italiane, alle ore 11,54 del 27 gennaio (data e ora in cui le truppe sovietiche, nel 1945, entrarono ad Auschwitz), suonano le campanelle, si effettua un minuto di silenzio e nelle classi si legge e si commenta la poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo”.

 

 

fanciulli ebrei in un campo nazista

 

"Se questo è un uomo"

di Primo Levi

 

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per un pezzo di pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.

 

 

 

 

La giornata della memoria in ricordo dell'Olocausto


Il 27 gennaio 1945 è la data in cui furono abbattuti i cancelli di Auschwitz.

bambini liberati dall'esercito russo

 

Il 27 gennaio è diventato il “Giorno della Memoria”, dedicato al ricordo della tragedia della Shoah e delle persecuzioni subite dagli ebrei e dai deportati militari e politici nei campi nazisti, ma non solo; è anche il giorno della riflessione su tutti i massacri avvenuti in passato e su quelli in corso d'opera.

Dal "Corriere della Sera" del gennaio 2003

http://www.corriere.it/speciali/memoria2003/

Il 27 gennaio si celebra in Italia il «Giorno della Memoria»

Olocausto, il dovere di ricordare

 

 

Shoah, Olocausto, genocidio. Tre parole terribili che conservano il senso dell'indicibile tragedia degli ebrei d'Europa,durante la Seconda guerra mondiale, dalla agghiacciante volontà nazista di «fare piazza pulita», una volta per tutte, dell'«odiosa razza ebraica». Un progetto folle ma spaventosamente lucido e ben organizzato che ha portato nelle camere a gas sei milioni di esseri umani: uomini, donne, bambini. «Colpevoli» di essere quello che erano: ebrei. Il 27 gennaio, data in cui i sovietici liberarono il campo di concentramento di Auschwitz (l'odierna Oswiecim, in Polonia), è il Giorno della Memoria. Una giornata dedicata al ricordo di quello che fu «perché non accada mai più»: il massacro di un popolo intero (cui dobbiamo aggiungere gli zingari, gli omosessuali, gli handicappati, gli oppositori politici che i nazisti eliminarono a migliaia nei lager).

 

 Un imperativo : «mai più».
 «È importante aver istituito il Giorno della memoria e constatare la serietà e l'impegno con cui viene commemorato anche in Italia l'eccidio di milioni di esseri umani - uomini, donne, vecchi e bambini - eccidio che il nazismo ideò e attuò sotto l'infame eufemismo di "soluzione finale del problema ebraico"». E ancora: «Ricordare non significa rivangare masochisticamente gli errori e gli orrori del passato, ma compiere l'austero dovere di ammonire che è necessario vigilare perché non abbiano a ripetersi, se pur con dimensioni e obbiettivi diversi».: «A chi parla di storicizzazione, di necessario distacco, si deve  replicare che occorre evitare ambigui revisionismi, imparare a collegare la memoria storica con il presente, rifuggire da ogni forma di integralismo e di estremismo, operare per una societá che sia la "casa comune" di tutti, autenticamente laica, pluralista e tollerante».

 

 

L'OLOCAUSTO

 

Il termine "Olocausto" si riferisce comunemente al periodo dal 30 Gennaio 1933, quando Hitler divenne Cancelliere della Germania, all'8 Maggio 1945, la fine della guerra in Europa; in questo periodo furono milioni le persone soppresse dalla follia razziale nei confronti non solo degli ebrei . Pur essendo impossibile accertare l'esatto numero di vittime ebree, le statistiche indicano che il totale fu di oltre 5.860.000 persone, ma il termine Olocausto è inesatto, in quanto indica un sacrificio volontario, come ad esempio l'usanza indiana di ardere la vedova sul rogo del marito morto (proibita dagli inglesi nel 1829);letteralmente significa "holos=totale kaustos=bruciato"; ma è "Shoah" il termine più corretto per indicare la "soluzione finale", lo sterminio degli ebrei.

 

prigionieri in una baracca dei lager ( campi di sterminio )


Se si risale indietro nel tempo, il termine fu già utilizzato per indicare grandi catastrofi e massacri collettivi ancora più antichi, perpetrati sia da crociati medioevali sia da pogrom cosacchi nel XVII secolo. Il termine fu usato anche per individuare la distruzione e i massacri che il popolo armeno  ha subito tra il 1895 e il 1915 con l'incendio di villaggi e città. La parola Olocausto perde il senso originario del termine, comparso per la prima volta nella traduzione greca del sacrificio biblico "olah", ovvero volontaria offerta totalmente consumata e destinata a Dio, e assume il significato di distruzione di massa e per questo è anche il termine con cui si vuole ricordare il genocidio degli ebrei, dei Testimoni di Geova e dei dissidenti antinazisti, durante la seconda guerra mondiale.
E' bene infatti dire che l'olocausto è stato soprattutto intransigenza contro i diversi, siano essi Testimoni di Geova o Zingari, Anarchici o Comunisti, Malati mentali e Omosessuli. La maggior parte delle persone soppresse passarono per i campi di sterminio, progettati con attrezzature speciali per uccidere in forma sistematica. Persino i malati mentali finirono con l'essere uccisi all'interno degli stessi ospedali di cura: l'eutanasia fu giustificata dalla falsa morale pietosa per chi non era degno di vivere una vita normale; la propaganda mise in atto campagne per giustificare tale necessità , non nascondendo i vantaggi economici per una grande e forte Germania che non poteva accollarsi i costi per il mantenimento dei malati mentali.
Gli Zingari da parte loro usarono un termine diverso per indicare il dramma subito durante il nazismo, "PORRAJMOS", che significa "Divoratore".
Ebreo era: chiunque, con tre o due nonni ebrei, appartenesse alla Comunità Ebraica al 15 Settembre 1935, o vi si fosse iscritto successivamente; chiunque fosse sposato con un ebreo o un'ebrea al 15 settembre 1935 o successivamente a questa data; chiunque discendesse da un matrimonio o da una relazione extraconiugale con un ebreo al o dopo il 15 settembre 1935. Vi erano poi coloro che non venivano classificati come ebrei, ma che avevano una parte di sangue ebreo e venivano classificati come Mischlinge (ibridi). Gli ufficiali nazisti presero in considerazione la possibilità di sterilizzare i Mischlinge, ma ciò non fu sempre attuato. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Mischlinge di primo grado rinchiusi nei campi di concentramento furono tradotti nei campi di sterminio. Ma il Terzo Reich considerava nemici non solo gli ebrei, ma anche zingari, oppositori politici, anarchici, comunisti, dissidenti, Testimoni di Geova, criminali abituali e "anti-sociali" .In sostanza ogni individuo che poteva essere considerato una minaccia per il nazismo correva il rischio di essere perseguitato;gli ebrei erano il gruppo maggiormente destinato ad un totale e sistematico annientamento.
La spiegazione dell'odio violento dei nazisti nasceva dalla loro distorta visione del mondo che considerava la storia come una lotta razziale. Essi consideravano gli ebrei una razza che aveva lo scopo di dominare il mondo e, quindi, rappresentava un ostacolo per il dominio ariano. Secondo la loro opinione, la storia consisteva, quindi, in uno scontro che sarebbe culminato con il trionfo della razza ariana, quella superiore: di conseguenza, essi consideravano l'eliminazione degli ebrei dai quali si sentivano minacciati come una necessaria opera morale. Inoltre, per i tedeschi, l'origine razziale degli ebrei li identificava come i delinquenti abituali, irrimediabilmente corrotti e considerati inferiori, la cui riabilitazione o minima convivenza era impossibile. Non ci sono dubbi che ci furono altri fattori che contribuirono all'odio nazista contro gli ebrei e alla creazione di un'immagine distorta del popolo ebraico. Uno di questi fattori era la centenaria tradizione dell'antisemitismo cristiano, che propagandava uno stereotipo negativo degli ebrei ritenuti gli "assassini di Cristo", inviati del diavolo e praticanti di arti magiche; (alla stessa stregua anche i Testimoni di Geova furono perseguitati perchè visti come setta religiosa nemica ai principi ariani); la
Svastica, conosciuta in Tibet come "Principio di Fuoco e Creazione", fu adottata come il simbolo della Razza Ariana, collegandolo a una nozione di presunta superiorità razziale. Altri fattori furono l'antisemitismo politico e razziale della seconda metà del XIX secolo e la prima parte del XX secolo, che considerava gli ebrei come una minaccia per la stabilità sociale ed economica. La combinazione di questi fattori scatenò la persecuzione, l'invio ai campi di concentramento e lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti che progettarono la "Soluzione finale".

  Un'altra tragedia da non dimenticare :   le foibe

 

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