LA DESTRA " STORICA " ITALIANA

AL GOVERNO : 1861 - 1876

Nel 1861 lo Stato unitario d’ Italia si trovò davanti a questioni molto importanti come il compimento dell‘unità territoriale (Venezia e Roma):si pensava già a conquistare i due territori mancanti , ma l’ Austria , l’ Inghilterra e soprattutto la Francia non avrebbero assistito alla fine del potere temporale del Papa senza intervenire. Garibaldi era già pronto per invadere Roma ed aveva portato il suo esercito in Sicilia , ma non era certo d’accordo Napoleone III , il quale minacciò la guerra ; Rattazzi fu costretto ad inviare l’esercito contro lo stesso Garibaldi , che fu ferito ed imprigionato nella battaglia d’Aspromonte. Caduto il governo di Rattazzi , il governo passò al moderato Minghetti ( 1864 ) ; con la "Convenzione di settembre"  Napoleone ritirava le truppe in difesa del Papa , mentre la capitale era trasferita da Torino a Firenze . Ciò scatenò gravi tumulti e il governo di Minghetti cadde ; il governo fu affidato, allora, al generale piemontese Lamarmora , che nel 1866 diede il via alla Terza Guerra d’Indipendenza, che si concluse con l’annessione di Venezia e del Veneto al Regno d’Italia . Infatti, allo scoppio della guerra fra Prussia ed Austria , l’Italia si trovò al fianco della Prussia . Tornato nel 1867 al potere Rattazzi , Garibaldi tentò una nuova spedizione contro Roma , ma questa volta Napoleone inviò le sue truppe che portarono così ad un nuovo fallimento dei garibaldini . L’ occasione di rivincita arrivò il 2 settembre del 1870 , quando a Sedan l’esercito prussiano sconfisse quello francese : l’esercito italiano , sotto il governo di Lanza, entrò il 20 settembre a Roma attraverso la breccia di Porta Pia e costrinse il Papa Pio IX a ritirarsi all’interno delle mura vaticane e ad assistere all’annessione di Roma . Il governo italiano cercò un compromesso con la Chiesa con la legge delle guarentigie (garanzie) del 1871, che però fu rifiutata e nel 1874 il "non expedit" ( non è opportuno) impedì ai cattolici italiani di partecipare alla vita politica . Sul piano economico l’ Italia era ancora un Paese fortemente agricolo ; la classe dirigente aveva capito che era necessaria l’unificazione politica, sociale e giuridica per un serio decollo industriale. Si cercò di creare un mercato interno stabile attraverso un nuovo sistema ferroviario che raggiunse i 2000 chilometri , concentrati però quasi tutti tra Piemonte e Lombardia . Occorreva poi un forte investimento di capitali per rendere l’Italia in grado di competere con gli altri Stati europei;  l’Italia però aveva tre strade per procurarsi il denaro necessario: l’ aumento dell’ imposizione fiscale , l’ alienazione ( vendita) del patrimonio pubblico ed il ricorso al prestito ( estero ) . Nel 1869 si fece ricorso anche alla tassa sul macinato , cioè sulla farina e sul pane, ma provocò violente sollevazioni popolari . Il ricorso ai prestiti stranieri fu largamente praticato nei primi anni del Regno. Il secondo grave problema del Regno d’ Italia fu quello del Mezzogiorno, arretrato economicamente , con violenti e mai risolti contrasti sociali . All’indomani della caduta dei Borbone ( 1860 ) , si era diffuso il fenomeno del brigantaggio , guidato da elementi sbandati del vecchio esercito napoletano. Per tentare di risolvere questa  gravissima questione il governo ricorse all’esercito ; nel 1863 , una legge affidò ai tribunali militari il giudizio e la condanna dei briganti .Tra i vari problemi c’era anche quello del sistema elettorale perché fortemente censitario , infatti avevano diritto al voto solo i cittadini, di sesso maschile, con almeno 25 anni , in grado di leggere e scrivere e con un certo reddito. Non mancarono richieste di autonomie locali , di Comuni e Province, ma si preferì confermare il centralismo amministrativo per non compromettere la stabilità del giovane Stato . Furono così create 59 nuove Province , a guida delle quali era posto un prefetto , nominato dal Governo , così come di nomina governativa erano i sindaci dei Comuni , scelti tra i consiglieri eletti con suffragio elitario( perchè solo una parte privilegiata della società aveva il diritto di voto ). Con le elezioni del 1861 e fino al marzo del 1876 la maggioranza del Parlamento fu mantenuta dagli uomini della Destra "storica"

indietro