Una storia dello schiavismo di Hugh Thomas

 

“The History of the Atlantic Slave Trade 1440–1870”

 

La società civile considera la tratta degli schiavi, con la deportazione di undici o tredici milioni di persone,  come un ramo vergognoso delle attività economiche del nostro passato. Ma il commercio degli schiavi è stato elemento importante di gran parte della storia d’ Europa, delle Americhe e dell’ Africa per molti secoli,.anche se H. Thomas  rifiuta quelle teorie secondo le quali i profitti del commercio degli schiavi finanziarono la rivoluzione industriale europea: una tesi che costituisce il principale argomento di quei movimenti che rivendicano per l’Africa il risarcimento da parte dei paesi arricchitisi con lo schiavismo. Gli sforzi realizzati dagli europei per colonizzare le Americhe si fondano sui milioni di schiavi neri, tradotti dall’Africa verso l’America, perché svolgessero i lavori più pesanti ed umili. Il Portogallo fondò le sue prime colonie proprio allo scopo di commerciare in schiavi ( 1 ); nel nuovo mondo le sue colonie, come quelle create nell’America latina, dipendevano dalla manodopera nera. Le navi, i traffici, le risorse economiche portoghesi derivavano dal commercio degli schiavi africani. Questo commercio durò fino al tardo diciannovesimo secolo, quando gli ultimi schiavi furono deportati su moderne navi a vapore dall’ Angola, per esempio, alla colonia spagnola di Cuba.  La storia del commercio degli schiavi si lega alla storia commerciale, marittima ed economica che dalla metà del XV proseguì fino alla fine del XIX secolo. Diverse industrie europee prosperarono grazie proprio al commercio degli schiavi, come quelle in Normandia che erano tutte sostenute dalla tratta schiavista. La tratta degli schiavi subì i colpi delle battaglie per i diritti civili, ma le idee abolizioniste si affermarono assai lentamente e anche dopo l’abolizione della schiavitù lo schiavismo continuò a sopravvivere illegalmente fino a tempi recenti.

 

( 1 )

Lo schiavismo è un fenomeno antichissimo, in qualche modo incoraggiato persino della Chiesa , come si legge nella bolla Dum diversas di papa Niccolò V, del 1452 , dove il Papa riconosce al re portoghese Alfonso V  le nuove conquiste territoriali; lo autorizza ad attaccare, conquistare e sottomettere i Saraceni, i pagani e altri nemici della fede; ad espropriare i loro beni e le loro terre; a ridurre gli indigeni in schiavitù  e trasferire tutti i loro beni al re del Portogallo e ai suoi successori.

 « Noi, rafforzati dall’amore divino, spinti dalla carità cristiana, e costretti dagli obblighi nel nostro ufficio pastorale, desideriamo, come si conviene, incoraggiare ciò che è pertinente all’integrità e alla crescita della Fede, per la quale Cristo, nostro Dio, ha versato il suo sangue, e sostenere in questa santissima impresa il vigore delle anime di coloro che sono fedeli a noi e alla vostra Maestà Reale. Quindi, in forza dell’autorità apostolica, col contenuto di questa lettera, noi vi concediamo la piena e libera facoltà di catturare e soggiogare Saraceni e pagani, come pure altri non credenti e nemici di Cristo, chiunque essi siano e dovunque abitino; di prendere ogni tipo di beni, mobili o immobili, che si trovino in possesso di questi stessi Saraceni, pagani, non credenti e nemici di Cristo; di invadere e conquistare regni, ducati, contee, principati; come pure altri domini, terre, luoghi, villaggi, campi, possedimenti e beni di questo genere a qualunque re o principe essi appartengano e di ridurre in schiavitù i loro abitanti; di appropriarvi per sempre, per voi e i vostri successori, i re del Portogallo, dei regni, ducati, contee, principati; come pure altri domini, terre, luoghi, villaggi, campi, possedimenti e beni di questo genere, destinandoli a vostro uso e vantaggio, e a quelli dei vostri successori… » 

 

 

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