Gli Stati Uniti dal 1776 al 1861

LA Guerra d'indipendenza americana fu il conflitto che oppose tra il 1776 e il 1783 le tredici colonie in terra nordamericana all’Inghilterra, la madrepatria.

La guerra si concluse nel 1783, quando la Gran Bretagna firmò il trattato di Parigi, con il quale riconobbe l'indipendenza delle ex colonie; i confini degli Stati Uniti d'America vennero stabiliti a ovest con il Mississippi, a nord con il Canada, a sud con la Florida.

Nella prima metà del XIX secolo il territorio statunitense si accrebbe con l'ingresso della Louisiana (1812), dell'Indiana (1816), dell'Illinois (1818), dell'Alabama (1819) e della Florida (1819). Nel 1836 entrò a far parte dell'Unione il Texas, staccatosi dal Messico; nel 1846 il Territorio del Nord-Ovest, che gli Stati Uniti ottennero in seguito a un trattato con la Gran Bretagna.

Nel 1848 , dopo la guerra con il Messico ( Nuovo Messico e California entrano nella Confederazione), gli USA avevano 28 Stati

All'inizio del 1861, poco prima della guerra di secessione, gli Stati Uniti vivono il conflitto sviluppatosi tra gli stati del Nord, maggiormente industrializzati, e quelli del Sud, a struttura agricola e favorevoli alla schiavitù. Al Nord appartenevano 19 stati, mentre al Sud 15; di questi, 11 proclamarono la secessione e costituirono la Confederazione degli Stati americani.

1861/65 Guerra di Secessione

le cause

A ) Protezionismo o Liberismo ?

B ) Schiavitù o libertà    per gli afro-americani ?

 

1861-1900

 Protezionismo-ricostruzione postbellica-conquista del West-sviluppo industriale e tecnologico

incremento demografico:

1870 = 40 milioni 1900 = 75 milioni

abbondano le materie prime-non c’è concorrenza straniera-aumenta la disponibilità di manodopera, grazie soprattutto all’immigrazione. Dall’Europa arriva un milione di immigrati l’anno

+ industria + colture + allevamento+attività estrattive

Predominio politico-economico nel continente americano

– 1898 guerra con la Spagna (indipendenza di Cuba)

Industria americana sempre più "aggressiva"

1914/18

I prodotti (soprattutto cereali) e capitali sono esportati nei Paesi europei alleati (Inghilterra-Francia-italia)

Il dollaro si sostituisce alla sterlina come moneta + forte.

Con la Grande Guerra l’Europa perde risorse e capacità produttiva.

Negli USA ,la produzione in serie e il taylorismo aumentano la produttività anche grazie ai progressi tecnologici e tecnici; aumenta il consumismo con le campagne pubblicitarie e le vendite a rate.Diminuisce in alcuni settori industriali l’occupazione (disoccupazione tecnologica),ma aumenta l’occupazione nel terziario(organizzazione-burocrazia –servizi –distribuzione).Mutano condizioni di vita, abitudini ed esigenze

IL 1° dopoguerra 1919/1938

un’auto ogni 5 ab.+radio+frigoriferi+aspirapolvere

L’euforia americana e la grande fiducia nella scienza e nel progresso(neo-illuminismo e neo-positivismo)

 

Le grandi speculazioni in USA e gli investimenti in Europa

La "forchetta" esagerata in Borsa (differenza tra valore reale e valore virtuale).L’Europa nel frattempo recupera produttività , specie in agricoltura e diminuiscono le importazioni dagliUSA. Con i repubblicani al governo ( presidenza Harding ) in America prevalgono le correnti isolazionistiche, il puritanesimo( prevale l’idea di un’Europa corrotta ) e il proibizionismo.

La produzione straordinaria degli USA non viene più assorbita dal mercato interno ed estero. I capitali americani vengono dirottati dalle attività produttive alle operazioni speculative, negli investimenti in titoli di borsa.

Nel 1929 si ha un raccolto abbondante sia in Europa che in America. Diminuiscono i prezzi dei prodotti agricoli con sovrapproduzione e gli agricoltori americani che con i prestiti delle banche avevano investito in macchinari ed altro non sono in grado di soddisfare i debiti. Alcuni istituti bancari falliscono per le forti "sofferenze". Le cause oggettive si sommano a quelle soggettive . Per recuperare il capitale investito si dà inizio alla corsa per la vendita di azioni. Il mercato azionario e la Borsa avvertono un crollo. I titoli vengono letteralmente svenduti. Diminuiscono gli investimenti e si riducono le capacità di acquisto. Si inasprisce il protezionismo – anche in Europa- e si interrompono le erogazioni di prestiti. Il commercio mondiale si contrae del 60% . E’ una vera recessione mondiale soprattutto negli anni 1929-1932.

Le aziende chiudono, si licenzia, i lavoratori non hanno reddito, diminuiscono i consumi. Crollano i prezzi, i profitti, l’impoverimento è generale.

La crisi economica politica e sociale determina una forte instabilità che conduce e spinge verso profondi mutamenti soprattutto politici.

In alcuni Paesi si svaluta la moneta per favorire le esportazioni, ma altri provvedimenti, come la riduzione della spesa pubblica e l’aumento delle tasse, aggravarono la recessione . Si punta al riarmo per il rilancio produttivo.

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