Carlo Levi

(Torino 1902 - Roma 1975)

" …Noi non siamo cristiani- dicono i contadini- Cristo si è fermato a Eboli ( 1 ) …noi non siamo uomini ..ma bestie da soma…"

Da " Cristo si è fermato a Eboli"

Tra i narratori che vanno citati nell’ambito della stagione del Neorealismo figura sicuramente Carlo Levi, che nella letteratura impegnata sui problemi sociali del secondo dopoguerra, ma anche oltre, risulta uno degli autori di maggior successo di pubblico e di critica. La più nota delle sue opere è senza dubbio " Cristo si è fermato a Eboli " ( 1945 ), dove si dà la conferma di un "nuovo" genere narrativo in quanto il libro è, nel suo insieme, un’autobiografia e un saggio di costume; infatti, in " Cristo si è fermato a Eboli " Carlo Levi, narrando i suoi due anni (1935-36) trascorsi, come confinato antifascista ed ebreo, in un paesino della Lucania ( Basilicata), vive e descrive senza sfumature il drammatico impatto con la realtà socio-culturale dell’Italia meridionale: da una parte c’è un mondo contadino, legato ai suoi miti antichi, apparentemente chiuso e diffidente, e forse immutabile; dall’altra abbiamo un intellettuale progressista del Nord che cerca di capire una civiltà "diversa". Il romanzo è, dunque, il racconto della scoperta di una umanità che "vive ai margini della storia" e per la quale lo stesso messaggio di Cristo sembra ancora di là da venire; ma è proprio con questa umanità così "arcaica" che l’autore riuscirà a instaurare un rapporto di amore e di totale identificazione.

Il successo riscosso da questo libro ( il regista Francesco Rosi ne fece un grande film nel 1979 ) non deve però far dimenticare le altre opere di Levi, come " Tutto il miele è finito" e " Le parole sono pietre", due resoconti di viaggio in Sardegna e in Sicilia.

(1) Eboli è in provincia di Salerno

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